La top five degli album stranieri del 2017

I London Grammar, al numero uno della mia classifica

E dopo i cinque migliori album italiani, è ora il turno della mia personalissima Top Five della musica straniera che, tra i vari Despacito e i soliti teen idol, ha regalato non pochi gioielli. Tant’è che le dolorose esclusioni non mancano: da Spirit dei Depeche Mode a For Crying Out Loud dei Kasabian fino ai lavori dei fratelli Gallagher o di Lana Del Rey.

1) Truth Is A Beautiful Thing – London Grammar
Secondo album e secondo capolavoro per il trio londinese che non sbaglia un colpo, e ancora una volta centra un perfetto mix di melodia, elettronica e suoni orchestrali dalle atmosfere ovattate, e impreziosito dalla splendida voce di Hannah Reid. Undici imperdibili brani sospesi tra pop, trip hop e indie rock; suoni perfetti, produzione di primissimo ordine. Fascino e classe.
Perla: Non Believer

2) Songs Of Experience – U2
L’attesissimo seguito di Songs Of Innocence non delude le aspettative e la band di Dublino fa nuovamente centro con un album coraggioso e sincero. Coraggioso perché tra frequenti richiami alla comfort zone degli U2 che furono, ci sono scelte musicali e sonore inaspettate e la loro capacità di sapersi aggiornare e confrontare con l’attualità; sincero perché Bono mai come in questa occasione si mette a nudo e nei tredici brani dell’album manda altrettante lettere intime e personali ai destinatari che più ama: la moglie, i figli, i fans, l’America, affrontando temi come l’immigrazione, la religione e, come sempre, l’amore. Catartico.
Perla: The Little Things That Give You Away

3) I See You – The xx
Terzo lavoro per il trio indie britannico che ad ogni album aggiunge un piccolo mattoncino di esperienza sulle sue già solide basi di band cult dell’electro-pop-rock (ammesso e non concesso che questo genere esista). I See You si dipana tra loop, suoni elettronici e strumenti veri ma fa della melodia cesellata dall’ineguagliabile impasto tra le voci di Romy Madley Croft e Oliver Sim il proprio punto di forza. Una carezza sul cuore.
Perla: Lips

4) Under Stars – Amy MacDonald
La cantautrice scozzese, lanciata dalla hit This Is The Life nel 2008 e poi da molti dimenticata, è invece in piena attività e a soli 30 anni è giunta già al quarto album, probabilmente il più maturo e compiuto della sua ancora giovane carriera. Fedele al suo pop-rock di ispirazione folk, Amy regala undici tracce intense, vere e godibilissime. Da riscoprire.
Perla: Prepare To Fall

5) Broken Machine – Nothing But Thieves
Secondo album per la band britannica dopo il più che convincente esordio del 2015. E anche in questo caso il quintetto capitanato da Conor Mason non sbaglia, con un album dritto al centro dell’alternative rock (abbastanza chiaro il riferimento ai Muse, che non a caso li vollero con loro sul palco del Rock In Roma nel 2015), ma declinato con uno stile personale grazie anche alla voce potente ma delicata di Mason. Giovani band crescono.
Perla: Soda