La crescita costante di Violetta Zironi

Violetta Zironi sul,palco di Vinitaly (© Paola Conti)

Violetta Zironi sul,palco di Vinitaly (© Paola Conti)

Dopo diversi mesi di astinenza durante i quali, per vari motivi, non ho avuto la possibilità di assistere a concerti di Violetta Zironi non mi sono lasciato sfuggire l’occasione di una doppietta in terra veneta, unita all’opportunità di abbinare due suoi concerti a un weekend tra le bellezze di Padova e Verona. Sia sul palco un po’ improvvisato dell’Osteria Barabba di Padova, sia su quello ben più strutturato di Piazza dell’Arsenale di Verona, nell’ambito degli eventi di Vinitaly and the City, Violetta si è trovata perfettamente a suo agio, esibendo un repertorio rinnovato ma come sempre fedele alle sue radici e al suo percorso musicale. E ho potuto constatare, non che ci fosse bisogno di un’ulteriore conferma, che Violetta è ormai diventata una one-girl band, in grado di reggere da sola qualsiasi palco, forte solo della sua voce, della sua chitarra e del suo ukulele.

Quella che si propone al pubblico veneto, quindi, è una Violetta già molto cresciuta e maturata rispetto a soli pochi mesi fa e la cui crescita continua inesorabile e incessante grazie alle preziose esperienze che sta collezionando in Italia e in tutta Europa: le recenti date a Berlino, Parigi e Londra; le tappe italiane, e non solo, ospite dell’amico Jack Savoretti, al cui tour continua a partecipare; le sessioni di songwriting con Pedro Vito, il chitarrista dello stesso Savoretti; le tante partecipazioni a Radio 2 Social Club con Luca Barbarossa su Radio 2.

Violetta imbraccia la sua Epiphone acustica (riducendo, giustamente, il numero di pezzi che interpreta con l’ukulele) e guida il pubblico in un viaggio lungo la strada della sua musica, che parte da radici lontane e a stelle e strisce, ma che poi approda fino ai giorni nostri, unendo il piacere della modernità al gusto per le meraviglie del passato: così country, bluegrass, blues e rockabilly si mescolano e si alternano fino a sfociare in maniera del tutto naturale nei brani originali composti da Violetta, che reinterpretano la tradizione arricchendola di elementi contemporanei, e tra cui spicca la splendida Every Little Ghost che rimane intatta in tutta la sua forza e intensità anche in versione voce e chitarra, dopo averla conosciuta nel bellissimo arrangiamento brit-pop fatto con la Social Band proprio a Radio 2.

Ma non mancano ovviamente gli omaggi ai riferimenti stilistici e musicali di Violetta, l’amato  Johnny Cash su tutti, interpretato in tutte le sue versioni: il rockabilly di Get Rhythm il country blues di Folsom Prison Blues il gospel di I Was There When It Happened. Passando poi per la seconda metà della famiglia Cash, quella June Carter cui Violetta è stata spesso accostata e che con la sua Carter Family ci ha regalato una delle versioni più belle del classico del bluegrass Foggy Mountain Top con il suo caratteristico yodel. E sempre in tema di bluegrass, ecco gli altri due cavalli di battaglia di Violetta: Driving Nails In My Coffin e quella Mule Skinner Blues, scritta e portata al successo da Jimmie Rodgers, che ogni volta le regala una standing ovation quando dà prova della sua incredibile vocalità tenendo una nota per quasi trenta secondi.

E poi il viaggio continua con il rock’n roll di Elvis Presley (Mystery Train), il country di Hank Williams (Devil’s Train) e di Dolly Parton con la meravigliosa Tennessee Homesick Blues e con un’apprezzatissima incursione nel jazz con Chet Baker la sua Let’s Get Lost. Violetta mostra inoltre un’innata capacità di adattarsi al pubblico che ha davanti, potendo attingere a un repertorio vasto e composito: se una sorprendente ed intima Il cielo in una stanza è il bis perfetto che chiude il set nell’ambiente chiuso e raccolto dell’Osteria Barabba, il palco open-space di Vinitaly si presta ad un’incursione nel rockabilly, ricordando il Summer Jamboree di Senigallia nel 2014, con il medley di Eddie Cochran Summertime Blues / C’mon Everybody.

E con la stessa disinvoltura passa dalla sua nota e incantevole versione voce e ukulele di Ma l’amore no a un’intensissima It Ain’t Me, Babe di Bob Dylan con la quale chiude il concerto di Verona, non senza aver regalato un’altra perla, anche questa già raccolta in altri live e a Radio 2 Social Club: la sua meravigliosa versione di Pon De Replay di Rihanna riarrangiata per ukulele. Due bellissime esibizioni che non fanno che aumentare l’attesa per una prossima uscita discografica di Violetta, che lei stessa, dal palco, ha detto essere ormai imminente. Non ci resta che aspettare piacevoli novità!