X Factor 8, primo live show. È Mario il migliore.

Mario Gavino Garrucciu sul palco delle audizioni

Mario Gavino Garrucciu sul palco delle audizioni

La mia posizione sui talent show, o meglio su X Factor, è stata ampiamente espressa nell’articolo che racconta di come mi sono innamorato del talento di Violetta. Un “colpo di fulmine artistico” che ha avuto come effetto collaterale quello di farmi appassionare al programma che quindi ho iniziato a seguire e che seguo anche ora che, ahimé, non c’è più lei. Ogni settimana, pertanto, presenterò “il mio personalissimo cartellino” (cit. Rino Tommasi) con le mie impressioni sulle esibizioni dei talenti in gara. E  visto che siamo tutti un po’ professori, non mi esimerò dal mettere anche il voto in pagella.

 

Emma

Blurred Lines – Robin Thicke

C’è da dire che X Factor 8 parte alla grandissima. Emma non delude le alte aspettative con un pezzo probabilmente scelto apposta per metterne in risalto l’approccio ironico, già emerso con la sua divertente interpretazione di Pop porno ai boot camp. Presenza scenica di prim’ordine, si vede che è abituata a calpestare il palcoscenico, Emma rivisita un brano leggero e vagamente maschilista, reinventandone completamente il testo da un punto di vista femminile, e riuscendo comunque a far emergere le sue qualità vocali spaziando senza problemi dai bassi ai falsetto di Thicke. Da rivedere comunque con canzoni più impegnative e performance più intense.

Voto: 8

 

Komminuet

Aria sulla quarta corda – Johann Sebastian Bach

Non vorrei che, giunto ormai alla settima edizione del programma, Morgan stesse palesando sintomi di stanchezza o, peggio ma anche più probabile, sintomi da delirio di onnipotenza. Non può spacciarci per originale un brano hip-hop costruito sull’Aria sulla quarta corda di Bach quando la stessa operazione, con risonanza mondiale e ben altri risultati, fu fatta dagli Sweetbox nel 1997 con Everything’s gonna be alright. Impossibile che Morgan non lo sapesse, curioso che nessuno dei giudici l’abbia fatto notare. Quindi, rimossa la coperta del colpo di genio, sotto non resta altro che una performance soporifera del duo, che invece in altre occasioni era stato interessante: mi stavo lentamente addormentando.

Voto: 5

 

http://www.youtube.com/watch?v=lNyjkRlgO5s

 

Leiner

What Goes Around (Comes Around) – Justin Timberlake

Non poteva esserci nessun guizzo per Leiner e infatti non c’è stato. Lui è questo e non ha nelle corde nient’altro che questo tipo di performance: un R’n’B patinato che Fedez non fa nulla per declinare in qualche modo già dalla scelta della canzone, piuttosto scontata. Un film già visto, da Craig David in poi, passando per Ne-Yo, lo stesso Timberlake e chi più ne ha più ne metta: presenza scenica ammiccante, voce (poca) con giusto quel tocco di soul che fa tanto Michael Jackson, come giustamente sottolineato dai giudici. A me questo tipo di musica lascia totalmente indifferente, ma è indubbio che per un certo tipo di pubblico può funzionare.

Voto: 6

 

Ilaria

The Scientist – Coldplay

Victoria non le fa un regalo perché la fa esordire a 16 anni con il capolavoro di una band sacra, con un testo pieno di pathos, con una melodia non semplicissima per una donna e con una struttura armonica molto semplice (qua ha ragione Morgan anche se con questa storia ha un po’ stancato). C’era il rischio di farsi male. Lei sceglie un’interpretazione giustamente intimista e a tratti sorprendente perché sale dove non te l’aspetti, mentre evita di sfoderare la sua potenza nel ritornello. Di certo tiene incollati allo schermo ed evidenzia un timbro straordinario oltre che un controllo (troppo?) fuori dal comune a quell’età.

Voto: 8

 

Diluvio

Alors On Danse – Stromae

Vittima sacrificale designata, nessuno pensava veramente che potesse passare il turno anche se altri hanno fatto di tutto per aiutarlo. La vera domanda è: perché era lì? Il buon Federico Pagani, inopinatamente eliminato ai boot camp, ancora grida vendetta. Ahi ahi, Mika! Diluvio si barcamena malamente in una performance terrificante: rappa fuori tempo, è assolutamente privo di intonazione nel ritornello e il suo flow in italiano perde tutta la forza dell’originale, che nel testo francese era dirompente. Fedez ha un bel dire che scrive testi semplici e diretti, ma fa passare la voglia di ascoltarli per quanto male li canta. Giustamente e ovviamente eliminato, anche per aver massacrato all’ultimo scontro un bel pezzo di Arisa, La notte, che avrebbe meritato di vincere Sanremo molto più di Controvento.

Voto: 4

 

Madh

Take Care – Drake e Rihanna

Un altro che poteva tranquillamente andarsene a casa insieme con Diluvio: non mi è mai piaciuto in nessuna delle sue performance precedenti e al debutto ai live show riesce a fare pure peggio: non ha una gran voce, nessun talento particolare, addirittura scarsa intonazione. C’è che invece lui ci crede moltissimo, non si sa perché. Come era facilmente prevedibile, tolte le sovrastrutture, i ghirigori e  i virtuosismi (?) sotto non c’è nulla. Se il televoto continuerà a premiarlo non sarà certo per la sua voce.

Voto: 4

 

Spritz For Five

Just Can’t Get Enough – Depeche Mode

Premesso che questo non è The Sing-Off e che nella mia umile opinione la categoria gruppi vocali a X Factor non ha ragione di esistere. Premesso che in un talent show dove si premiano la voce, il talento e l’interpretazione a me di beatbox e armonizzazioni non frega assolutamente niente. Premesso che i gruppi a cappella sono originali come una banconota da 7 euro (so che avete tutti rimosso i Neri Per Caso, per dirne uno, ma sono esistiti davvero). Tutto ciò premesso per uno come me, che ha cantato e ballato “Just Can’t Enough” con altre 60.000 persone in uno stadio, sentire “boom boom boom” al posto di un basso synth fa venire l’orticaria. Fare electro-pop a cappella dovrebbe essere vietato dalla Costituzione, tutto qua. E fa specie che un estimatore dei Depeche Mode come Morgan sia l’artefice di questa operazione. Tutti a dire quanto sono forti gli Spritz For Five, poi vi voglio vedere comprare un loro album di inediti.

Voto: 5

 

Mario

E non andar più via – Lucio Dalla

Mario non delude. Il pezzo è bellissimo, per quanto non tra i più noti nella vastissima discografia di Dalla, ed è assolutamente nelle sue corde, con buona pace di Fedez che sarebbe meglio uscisse velocemente dal trip della politica perché a X Factor non c’entra niente e non fa che ingenerare polemiche inutili e sterili. Mario la interpreta alla stragrande con voce blues e con grande intensità rivelandosi il migliore di questa prima serata. Certo, non ha il physique du rôle della pop star, e Mika deve ringiovanirlo per renderlo meno classico e meno legato al cantautorato, che gli servirà di certo nella sua carriera ma molto meno dentro al programma; in altre parole deve evitare gli errori commessi da Elio con Fabio Santini. Piacerebbe sentirlo con qualche venatura folk rock alla Springsteen.

Voto: 8,5

 

Camilla

Toxic – Britney Spears

Non è chiaro per quale motivo ad ogni edizione di X Factor ci debba essere un giudice che assegna una canzone di Britney Spears. Va bene che il programma è volto alla ricerca della prossima pop star, ma c’è tutto un mondo pop anche al di là e al di fuori di Britney Spears. Se poi l’intenzione di Victoria era quella di presentare la versione dubstep di “Toxic” come una novità, beh in realtà l’abbiamo sentita mille volte in mille versioni (You Tube ne è piena), tanto che l’ho pure studiata al corso da producer. La voce di Camilla tuttavia è bella, ottima nelle note basse, non altrettanto quando sale e non sempre a tono, ma bella. Speriamo in assegnazioni più interessanti in futuro.

Voto: 6

 

The Wise

Giovanni telegrafista – Enzo Jannacci

Morgan completa il filotto di assegnazioni assurde, selezionando per un gruppo dichiaratamente di ispirazione folk internazionale uno dei brani più complicati del cantautorato italiano: solo in bocca a Jannacci e a pochi altri “Piripiripiri” non risulta ridicolo. La canzone non c’entra nulla con il gruppo e loro ci rimangono invischiati dentro, impacciati e incerti al limite (a volte oltre) dello stonato. Se proprio Morgan voleva fare un’operazione di questo tipo, meglio puntare sull’ironia dei duetti con Gaber, sfruttando l’impasto vocale del gruppo: Una fetta di limone o Birra avrebbero funzionato meglio. Si salvano grazie alla pochezza di Diluvio perché anche la loro You’ve Got To Hide Your Love Away non arriva alla sufficienza. Peccato perché in altre occasioni avevano ben impressionato.

Voto: 4

 

Lorenzo

Good Riddance (Time Of My Life) – Green Day

Nemmeno Lorenzo delude, la sua voce è calda, piena, ricca di colori; la sua presenza sul palco con la faccia pulita e la chitarra a tracolla è giusta e vincente. Però il guizzo non è arrivato: bene togliergli di dosso quell’immagine un po’ troppo pop alla Ed Sheeran perché lui può fare ben altro, ma sarebbe il caso di coltivare la sua vena rock con pezzi anche più coraggiosi rispetto a questo dei Green Day per fargli tirare fuori un altro po’ della grinta necessaria. Se questo è il primo passo di un percorso allora bene così, ma non vorrei mai dover assistere alla “normalizzazione di Lorenzo Fragola”. In ogni caso bravissimo.

Voto: 7,5

 

Vivian

We Found Love – Calvin Harris e Rihanna

In quanto ad assegnazioni cervellotiche anche Victoria ci vuole mettere del suo, ma per lo meno ha l’onestà intellettuale di riconoscere l’errore. Si era già capito in precedenza che Vivian ha dei limiti vocali e che deve restare in un range ben definito di estensione e di generi. Farla ballare, poi, è stata un’idea malsana. Lei si mantiene abbastanza bene all’inizio quando canta con voce morbida e bassa, ma la parte dance è un disastro, raramente in tono, voce imprecisa e tremante, impacciata nei movimenti. L’impressione è che al di fuori del suo orticello di Nicky Minaj et similia sia del tutto spaesata. La ricordavo meglio.

Voto: 4,5